“Dije”, il mancino d’oro del Foggia

“Dije”, il mancino d’oro del Foggia

Duemila cento quattordici minuti con la maglia del Foggia tra i professionisti e ben millecinquecento cinquantotto tra D e Coppa Italia dilettanti. Questi numeri basterebbero per raccontare il grande apporto tecnico di Roberto Di Jenno alla causa rossonera, ma dietro ad uno dei giovani più promettenti del campionato di C, c’è una storia da raccontare… ed è la favola di un semplice ragazzo, che i suoi compagni chiamano Dije e che ha davvero tanta voglia di stupire.

Ventuno anni sulla carta d’identità, una famiglia che lo supporta in tutte le sue decisioni e grande abilità sia nella fase difensiva, che in quella offensiva sul campo da gioco. 178 cm per circa 66 kg, numero 23 sulle spalle larghe e irrobustite dalle tante esperienze in così pochi anni. Antonio Conte dice che un buon giocatore deve avere “testa, gambe e cuore” e Roberto Di Jenno rientra tra questi. Mancino prelibato che gioca prevalentemente sulla fascia sinistra, ma alle volte regge bene anche sul versante opposto, sfornando prestazioni degne di nota. Buon controllo palla e ottimi tempi di gioco che fanno di lui sicuramente uno dei principali pericoli per le retroguardie avversarie.

Roberto nasce in Lombardia, precisamente a Milano. Anno millenovecento novantanove. E qui che muove i primi passi nella vita e nel calcio giovanile. Di fede bianconera, Roberto si trova però a militare tra le fila dell’Inter e raggiunge anche la convocazione nazionale under 15. Già da bambino spiccano le sue qualità e la sua passione per il gioco del pallone diventa una vera e propria ossessione. Dall’exploit con i giovani nerazzurri, all’esperienza fortificante con la maglia del Pavia per due stagioni. Roberto diviene uno dei giovani più chiacchierati del vivaio italiano e non mancano le proposte da parte di club di prima fascia, lui sceglie di nuovo l’Inter e nel 2014 torna a casa, dove vince un campionato Beretti. Piccola parentesi al Torino (dove non giocherà mai ndr) e passaggio al Como di Felleca e Corda, quest’ultimo se ne innamora e lo blinda come proprio “pupillo”. Per un giovane quale Roberto, il calcio non è un mestiere facile, ma lui sa farsi rispettare e riesce comunque a mettersi in mostra in un difficile girone di D, dove il primo anno gioca praticamente sempre: 43 apparizioni per il secondo posto dei lariani. Nella seconda stagione con il Como, viene utilizzato meno e spesso subentra a gara in corso, ma tanto basta per aiutare la squadra del lago a trionfare nel proprio raggruppamento. Il duo Felleca-Corda decide di puntare ancora sul “nostro” Roberto, che si lega al Foggia nel girone H di Serie D, in gergo “l’inferno dei dilettanti”. La prova meridionale è ampiamente superata e così viene riconfermato anche tra i professionisti, nonostante non fosse intenzione iniziale del club. Debutto decisivo nel derby d’andata contro il Bari e prestazioni sempre in crescendo per il milanese, il quale si impone come titolare sulla corsia sinistra dello scacchiere tattico di Marco Marchionni. A gennaio, non mancano le pretendenti in fase di calciomercato, ma il connubio Satanelli-Di Jenno continua, con l’auspicio di raggiungere di pari passo i playoff e non bruciare tappe importanti nel percorso di crescita del ragazzo.

Fuori dal campo, tanti attestati di stima per il piccolo grande Roberto. Una somiglianza a Cristiano Militello che tanti gli riconoscono e la sua passione per gli amici e lo sport in generale. Roberto è molto concretato sul Foggia e sente davvero il peso di questa maglia; da qui a fine stagione, non vorrà assolutamente arrestare la corsa lungo la strada intrapresa. Nulla è facile e nessuno ti regala niente in carriera…l’augurio è di vedere presto Di Jenno  lottare in una sfida europea contro Marcelo o Alex Sandro, due che Dije ammira particolarmente.

 

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *