QPVF – Picerno – Foggia, il commento di Alessandro Parigi

QPVF – Picerno – Foggia, il commento di Alessandro Parigi

Provate a immaginare se in serie A una squadra che ambisce alle prime tre posizioni, con ogni probabilità Milan, Inter o Juventus, perdesse sonoramente le prime due partite contro, ad esempio, Sassuolo e Udinese, senza esprimere un barlume di gioco, lasciando campo aperto a Berardi o a Deulofeu. Succederebbe davvero la rivoluzione. Giocatori e staff tecnico si ritroverebbero sulla graticola, e forse la società prenderebbe senza batter ciglio, provvedimenti importanti per non peggiorare ulteriormente una situazione, non certo compromessa alla seconda giornata, ma che vede la vetta ancora più distante.

Spostiamo questa prospettiva nel girone C della serie C 22/23, protagonista il nostro Foggia, ambizioso, dalla rosa costellata di nomi altisonanti.

Ieri a Picerno, campo sintetico, non c’è nulla da salvare. Squadra rivoluzionata rispetto al confronto con il Latina, anche in ottica turno infrasettimanale, ma la resa è la medesima se non peggio. Diversi interpreti stesso leit motiv.

È questo che preoccupa: il lavoro settimanale non sta dando i suoi frutti, manca intesa, manca compattezza, assistiamo all’involuzione di giocatori di sicuro affidamento che rappresentavano il fulcro del gioco rossonero, mi riferisco a Petermann, spaesato, ridotto ad anonimo gregario, un tempo oltretutto impeccabile anche nelle conclusioni dalla distanza, ieri invece anche quest’arma sembra spuntata. Vittima dell’assenza totale di una trama di gioco.

La mediana troppo scoperta di fronte alla velocità e organizzazione del Picerno, che spesso si è trovata campo aperto per le scorazzate dei propri avanti.

Una difesa imbarazzante. Se l’anno scorso abbiamo elogiato l’intesa Sciacca Di Pasquale (i tanti gol subiti sono una normale conseguenza del gioco zemaniano che però al contrario garantiva un reparto offensivo più prolifico) quest’anno sembra che ad oggi l’inamovibile sia Malomo, ex Sudtirol, che ieri ha dimostrato poca lucidità e molti limiti.

E poi si conferma la mancanza di incisività dei trequartisti, per nulla funzionali ai terminali offensivi, annullati questi ultimi dalla difesa lucana che non è propriamente la difesa del Bayern Monaco.

Ho solo citato alcuni esempi emblematici ma non si tratta di un problema di singoli, il che sarebbe facilmente risolvibile, ma di mancanza di identità di gioco.

Ora siamo ultimi, in compagnia di Messina e Taranto, due compagini che mirano ad altri obiettivi e che hanno impattato, a differenza nostra, con squadre dal profilo più alto rispetto alle nostre avversarie, il Messina ha perso con onore contro Crotone e di misura contro Francavilla, il Taranto, travolto da una rivoluzione tecnica nelle ultime ore, ha avuto la peggio contro un certo Catanzaro e la conferma Monopoli.

Squadre queste ultime rinforzate, non rivoluzionate.

Il Foggia si ritrova per l’ennesima volta a dover ricostruire dalle ceneri, ogni anno è un anno zero, e la speranza è che anche quest’anno non ci si ritrovi con zero tituli.

Qui Parigi a voi Foggia.