Un dolore immenso, un amore immenso

Un dolore immenso, un amore immenso

Una intera comunità ha abbracciato Michele, Gaetano e Samuel, i tre ragazzi foggiani che di ritorno dalla trasferta di Potenza hanno perso la vita in un incidente stradale. Uno Zaccheria stracolmo per questi ragazzi, una folla in lacrime per queste tre giovani vittime; tre ragazzi che inseguivano la loro passione per quei colori, per quella fede, per quella maglia rossonera.

Michele, Gaetano e Samuel sono “figli di Foggia”, figli di ognuno di noi, perché questa tragedia ha veramente toccato tutti.

Nello stadio si è percepito tanto dolore, grande sconforto ma anche tanta compostezza in questa triste giornata foggiana. Un silenzio surreale interrotto soltanto quando i feretri hanno fatto il loro ingresso in campo, tra gli applausi e la commozione di un intero stadio. Ci sono tutti: parenti, amici, il Calcio Foggia, le autorità, ma soprattutto ci sono state tante persone che hanno visto in quei ragazzi i loro figli o i loro compagni. Ci sono state tante tifoserie venute da ogni parte d’Italia a manifestare la loro vicinanza alle famiglie e al popolo ultras. Perché loro, gli ultras, hanno proprio questa filosofia, questa etica del rispetto. Si può essere rivali durante una partita di calcio, ma uniti di fronte alle tragedie.

Commoventi sono stati gli attestati di solidarietà da parte di tutte le tifoserie, che hanno espresso il loro cordoglio e la loro vicinanza alle famiglie, alla città e ai gruppi ultras. Anche quelle considerate come le grandi rivali hanno manifestato la loro commozione per quanto accaduto.

E forse è proprio questo il piu grande gesto d’amore che Michele, Gaetano e Samuel ci hanno lasciato: aver saputo scuotere le coscienze di ognuno di noi, perché essere ultras significa amare la propria squadra senza cadere nella guerriglia e nella provocazione con altre tifoserie; perché questi ragazzi sono tutti uguali e, anche se indossano magliette diverse, restano sempre “fratelli di tifo”.
In ossequioso silenzio è stato celebrato il rito funebre presieduto da Monsignor Ferretti, culminato con un sentito discorso del Presidente Canonico, più volte interrotto da scroscianti applausi. Particolarmente toccante il momento in cui le salme, una per volta, sono state condotte sotto la Curva Nord che ad ogni passaggio intonava il nome dei ragazzi.
Insomma, come anche evidenziato dal capo degli ultras, il sacrificio di questi nostri tre giovanissimi ha fatto nascere un senso di attaccamento alla nostra città, che da oggi in poi sarà più amata da tutti.