Non parliamo di Zemanlandia, torniamo a guardare il Foggia…di Zeman!

Non parliamo di Zemanlandia, torniamo a guardare il Foggia…di Zeman!

Il Foggia “naviga” tra campionato e coppa, a suon di giocate e divertimento. Tre vittorie, un pareggio e una sconfitta è questo il bilancio dell’agosto e del settembre zemaniano, che è pronto a integrare ancora le prestazioni contro Latina, Juve Stabia e Fidelis Andria, per quel che concerne questo finale di mese. Prove opache in alcune circostanze, ma anche “citazioni” alla vecchia Zemanlandia che tanto fece divertire l’Italia intera. Il Foggia di Zeman 4.0 è una squadra diversa dalle precedenti. Seppur sia ancora in fase di costruzione e preparazione, si può constatare – da subito – una maggiore attenzione al reparto difensivo (tre gare su cinque senza subire gol) e qualche “principio tattico” moderno (vedasi gli esterni a piedi invertiti o una squadra più corta tra i reparti) che il boemo ha ben saputo inglobare (e fare suoi) nel proprio credo, che resta legge e dogma unico.

Non sono mancate le sorprese e i capovolgimenti di fronte extra campo. Del resto nelle passate gestioni eravamo abituati a qualche querelle, e toglierei anche il qualche. Si può affermare però che le questioni un po’ più burrascose siano state risolte con arguzia e intelligenza dal presidente Canonico, che fino a questo momento, ha dimostrato competenza e “sangue freddo” soprattutto nel “caso Kragl”.

Non c’è però il tempo per pensare al passato poiché il calendario mette di fronte un Latina, proveniente dalla D, che vuole ben figurare tra le mura amiche del “Domenico Francioni” in occasione del quarto turno di Serie C girone C. I neroazzurri di mister Di Donato vantano un organico di tutto rispetto, se si considera come obiettivo una salvezza tranquilla. Dall’altra parte della diga, c’è un Foggia vittorioso in Coppa, ma che vuole debellare – definitivamente – i fantasmi che aleggiano dopo la sconfitta interna (e aggiungerei: meritata) contro la Turris. Domenica sarà l’occasione per vedere per la seconda volta in stagione la squadra di Zeman in “versione trasferta”, dopo il debutto in campionato contro la “matricola” Monterosi. I rossoneri sono cambiati molto rispetto alla prima uscita di campionato e a venti giorni di distanza, vorranno dimostrare i progressi post ritiro, carichi di lavoro permettendo.

In porta il titolare è e rimane il classe ’97 Fabrizio Alastra, ma l’ottima prestazione di Volpe (la scorsa stagione alla Cremonese in B) in Coppa contro il Messina, potrebbe indurre Zeman a un cambio di guardia per alimentare anche un po’ di sana competizione all’interno del parco portieri, dove figura anche l’ottimo giovane Dalmasso. Attualmente la porta non sembra essere un problema, ma in caso di alternanza stile Napoli (con Ospina e Meret), non meravigliamoci di scelte inaspettate da parte del tecnico di Praga.

La difesa, stranamente (?), sta reggendo bene e offre garanzie soprattutto nella persona di Giacomo Sciacca, centrale ex Vibonese. Il numero 19 sarà titolare (anche se con Zeman “posti fissi” non esistono) al fiacco di uno tra Markic e Di Pasquale (che in Coppa ha però rimediato un leggero fastidio fisico). Il bosniaco (classe 90) ha faticato nell’ultima di campionato e potrebbe cedere – nel corso della stagione – il proprio posto all’ex Sambenedettese, che si candida ad affiancare l’ottimo Sciacca, migliore in campo contro il Monterosi. Siamo certi però, coerentemente con la teoria zemaniana del “tutti titolari”, che anche Girasole – qualora dovesse dare il massimo (e qualcosa in più) in allenamento – troverà il giusto minutaggio, a dimostrazione della meritocrazia che da sempre vige negli spogliatoi del “Muto” (chiamandolo alla “Peppino Pavone” maniera).

Il centrocampo, quando il Foggia troverà l’ottima condizione fisica che noi tutti auspichiamo, sarà la parte più “esplosiva” della corazzata rossonera. Rocca è un punto inamovibile e con la sua qualità (e cambio di passo nei momenti nevralgici del gioco) può ben figurare, come ha già fatto, in circostanze chiuse dove il brio e l’inventiva possono cambiare le sorti di finali già scritti. Petermann e il suo tiro dalla distanza saranno certamente carte che Zeman utilizzerà, occhio però alla costanza, anche perché con la fitta concorrenza di Ballarini, Maselli (attualmente out per 20-30 giorni) e il superstite Garofalo (quest’anno visto quasi mai all’opera) nulla può essere dato per scontato.

Anche Di Jenno sembra un po’ “dimenticato” dal boemo, ma siamo certi che anche lui tornerà a macinare chilometri sull’asse sinistra, dove Nicoletti sta figurando principalmente. Ugual discorso per Garattoni che ha davanti nelle “gerarchie” la sorpresa Martino, sempre presente fino a questo momento.

Tra i giovani interessanti da osservare spicca il 2001 Tuzzo e il 2000 Rizzo Pinna, che abbiamo visto contro l’ACR Messina con la numero 7 sulle spalle. All’appello manca, però, Andrea Gallo che ha saputo ritagliarsi il suo spazio in questo primissimo avvio stagionale e continuerà a farlo, considerato anche l’infortunio di Maselli.

Capitolo attacco. Capitan Curcio, tra alti e bassi dovuti alla condizione fisica ancora non al top, è il cuore di questa squadra. Giocatore di eleganza ed esperienza, apprendendo dall’esempio del suo “mito” Totti, dovrà fare da “collante” tra le varie zone del campo. Ferrante si è dimostrato l’attaccante titolare di questo Foggia, ma i frequenti infortuni in così poco tempo ci inducono a pensare che “El Tigre” non sarà sempre tra gli undici di ZZ. L’ex tecnico di Lazio e Roma dovrà essere bravo a posizionare bene Merkaj, che abbiamo visto sia da ala che da punta, ma anche Vigolo (scuola Milan), il quale ancora non è tra le prime scelte d’attacco. In cerca di rilancio, Merola dovrà farsi trovare pronto e lavorare ancora molto per affiancare i sopracitati Ferrante, Curcio e Merkaj, se vorrà definitivamente compiere l’exploit tanto atteso e desiderato. Concludiamo la nostra analisi con l’incisivo Andrea Di Grazia, talento di categoria superiore, che – secondo il mio modesto parere – fungerà da “jolly” tra gli attaccanti; per scardinare le retroguardie avversarie, anche subentrando.

Il Foggia è squadra e dovrà dimostrarlo con umiltà e sacrificio domenica per domenica, step by step. Un “filosofo del pallone” come Zeman ha costantemente voglia di alzare l’asticella e “predicare” calcio, nonostante avversari non sempre votati al gioco propositivo e ad un’idea a lui vicina di calcio. Sarà un lungo cammino da percorrere assieme, tra difficoltà (ce ne saranno ancora molte) e divertimento. Dimentichiamo per un attimo il pallottoliere da classifica e le applicazioni dei risultati e ammiriamo semplicemente la bellezza di uno schema riuscito e di un passaggio azzeccato. Dimentichiamo i paragoni con la cosiddetta (e beneamata) Zemanlandia, torniamo a guardare il Foggia…di Zeman!

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