Una sconfitta che deve far riflettere. Nostalgia e disfattismo non portano punti in classifica

Una sconfitta che deve far riflettere. Nostalgia e disfattismo non portano punti in classifica

La sconfitta dei rossoneri di questo pomeriggio allo Zaccheria ha messo in evidenza due aspetti tremendamente importanti che meriterebbero una pausa di riflessione. Il Foggia si è fermato sul più bello e nella gara più attesa della stagione dopo ben sei turni di imbattibilità, che avevano proiettato la formazione di Gallo nei quartieri alti della classifica, e che ha detto fondamentalmente che questa squadra, che improvvisamente fino a ieri non era più formata da figurine come da più parti detto in tempi di magra con Boscaglia in panchina, ha diverse lacune da colmare in sede di calcio mercato a Gennaio. L’altro aspetto è caratteriale e, nonostante il grande lavoro del tecnico lombardo al suo arrivo a Foggia, quest’oggi sono riaffiorati d’incanto i problemi che avevano caratterizzato la prima parte di stagione. Una squadra che di tanto in tanto soffre di amnesie preoccupanti, che sembra spegnere la luce improvvisamente e continua a giocare al buio laddove non si ha più la visione della partita che intanto è finita nelle mani dell’avversario. Una formazione che anche oggi, nel deserto dello Zaccheria, ha mostrato tutti i limiti in attacco reparto che nella sessione di mercato invernale avrà bisogno almeno di un paio di attaccanti non certo per fare numero ma che abbiano nel Dna il gol per concretizzare tutto il grande lavoro che la squadra produce durante i novanta minuti. Contro l’Audace Cerignola la differenza sta tutta lì. Malcore e Neglia, dal momento del suo ingresso sul rettangolo di gioco, hanno fatto la differenza lì davanti seminando a più riprese il panico nella difesa foggiana mentre sull’altra sponda un irritante Vuthaj ed un evanescente Tonin, mandato in campo nella ripresa, hanno mostrato tutti i limiti per questa categoria. Chi si attendeva l’ingresso in campo  di Ogunseye poi è rimasto deluso perchè nel preciso momento in cui Gallo aveva deciso per il suo utilizzo è stato costretto a sostituire Malomo affetto da crampi. A queste problematiche aggiungiamo poi il mancato apporto, in termini di qualità, che ci si attendeva alla vigilia da calciatori come D’Ursi, Odjer e Schenetti e il quadro è completo. Ma non saranno i novanta minuti di quest’oggi a gettare via tutto il lavoro che il nuovo corso Gallo-Lauriola ha messo in atto al momento del loro insediamento. Non sarà una sconfitta a far svanire l’entusiasmo che si tagliava a fette nell’ultimo mese e mezzo nell’ambiente pallonaro. Probabilmente bisognerà pazientare fino a gennaio e nel frattempo fare di necessità virtù nelle prossime sette gare di campionato più quella di Coppa Italia con il Catanzaro del 7 Dicembre. Una voce molto fondata parla di almeno cinque innesti nel prossimo mercato. Altrettanti potrebbero essere i calciatori destinati a lasciare Foggia. Intanto difronte allo scoramento per la sconfitta, alla delusione per la mancata vittoria nel derby, nonostante il doppio vantaggio, che non si ritorni a parlare sempre del passato e di ciò che poteva essere e non è stato. In questo frangente della stagione più che di “disfattismo” l’ambiente ha bisogno di continuare a fare una enorme iniezione di ottimismo e fiducia nei confronti di chi sta comunque operando per il bene dei colori rossoneri. La nostalgia non porta risultati in classifica.